8 buoni motivi per adottare una dieta low carb per la salute mentale

L’interesse per le diete a basso contenuto di carboidrati (low carb) e chetogeniche continua a crescere, anche perchè le persone scoprono il loro potenziale per aiutare a risolvere problemi di salute fisica cronici e ostinati, come l’obesità e il diabete di tipo 2. Ma questa stessa strategia potrebbe aiutare anche a risolvere problemi di salute mentale?

In effetti, Il campo della psichiatria nutrizionale è indubbiamente agli inizi e gli studi clinici rigorosi che esplorano l’effetto dei cambiamenti dietetici sulla salute mentale sono pochi e troppo distanziati tra loro, ma esiste già ma esiste già qualche studio >> qui << e un’enorme quantità di dati scientifici che spiegano come le diete ad alto contenuto di zuccheri mettano a rischio la salute del cervello e come le diete low carb sostengano la salute del cervello.

VALE LA PENA DI PROVARE

Per le persone affette da depressione, ansia, disturbo bipolare, ADHD, disturbi psicotici, PTSD, disturbi dello spettro autistico e altri disturbi psichiatrici che preferiscono non assumere farmaci, o che non migliorano con i farmaci, che non possono tollerare o permettersi i farmaci, o che ne traggono solo un beneficio parziale o che hanno fastidiosi effetti collaterali dai farmaci, vale la pena di provare una semplice dieta a basso contenuto di carboidrati (o persino una dieta chetogenica più rigorosa, in particolare nei casi di sintomi cronici più gravi o ostinati), con pochissime eccezioni. Questa affermazione è sostenuta e si basa sia sui diversi studi scientifici, sia sulle esperienze di pratica clinica documentate.

Le diete a basso contenuto di carboidrati sono sicure e possono portare in molti casi a miglioramenti significativi dei sintomi psichiatrici. A mio parere, vale la pena provare anche se all’inizio ci possono essere delle difficoltà, dovute alla potenziale disintossicazione dai carboidrati che un corpo molto infiammato si trova ad attraversare.

I numerosi benefici di questo tipo di dieta superano di gran lunga l’impatto degli “effetti collaterali della disintossicazione” che, quando si verificano, durano pochi giorni.

Può trattarsi di un mal di testa, di un episodio di diarrea o al contrario, di stitichezza, o la presenza di crampi muscolari.

Questo avviene poiché normalmente in una dieta ricca di zuccheri, si trattiene molta acqua.

Una molecola di zucchero riesce a trattenere tre molecole di acqua. Di conseguenza, eliminando gli zuccheri, si disinnesca la ritenzione dei liquidi e si perde l’acqua. Con essa possono essere espulsi anche importanti elettroliti come potassio, sodio e magnesio. L’importante, in questi casi, è rimanere idratati e assumere minerali, e gli effetti si riducono fino a sparire.

SE SI PRENDONO FARMACI

Proprio perché una dieta a basso contenuto di carboidrati si è dimostrata estremamente benefica per la salute mentale, sebbene le modifiche alla dieta non possano sempre sostituire completamente i farmaci, possono migliorare la salute generale e rappresentare una valida alternativa ai farmaci in alcuni casi, o un complemento alle cure convenzionali in altri.

Spesso, con una dieta di questo tipo, il fabbisogno farmacologico può variare, ci può essere minore necessità un determinato farmaco e può essere utile ridurne il dosaggio. Per cui, coloro che assumono farmaci di qualsiasi tipo dovrebbero intraprendere una dieta a basso contenuto di carboidrati con il supporto di un professionista, per monitorare i livelli dei farmaci assunti.

Se si assumono famaci psichiatrici, e si decide di cambiare la propria dieta in favore di una low carb o chetogenica, bisogna informare necessariamente il medico, perché ci può essere una variazione dei sintomi e anche in questo caso, è necessario rivedere il dosaggio dei farmaci.

I BENEFICI DELLA DIETA LOW CARB SONO MOLTI E INFLUENZANO I PARAMETRI PSICO-FISICI IN POSITIVO

Nello specifico, qui di seguito, ecco otto motivi per provare una dieta a basso contenuto di carboidrati o chetogenica per la salute mentale:

1. Migliorare il controllo della glicemia

Più alta è la glicemia, più alta è la glicemia del cervello. . . quindi ogni volta che la glicemia raggiunge picchi insalubri, si inonda il tessuto cerebrale di glucosio in eccesso. I livelli elevati di glucosio sono tossici per le cellule cerebrali in molti modi, compresa la formazione di proteine appiccicose e disfunzionali chiamate “prodotti finali della glicazione avanzata” o AGE. Le diete a basso contenuto di carboidrati sono molto efficaci per abbassare i livelli di glucosio nel sangue.

E proteggere i nostri preziosi neuroni dalla glucotossicità.

2. Abbassare i livelli di insulina nel sangue.

Livelli di insulina persistenti o ripetutamente elevati possono far sì che i recettori dell’insulina sulla superficie della barriera emato-encefalica diventino insulino-resistenti, ovvero si danneggino, si desensibilizzino e diminuiscano di numero.

Con un numero inferiore di recettori dell’insulina sani e reattivi sulla superficie della barriera emato-encefalica per scortare l’insulina nel cervello, i livelli di insulina all’interno del cervello si abbassano. L’insulina cerebrale bassa è pericolosa, le cellule cerebrali ne hanno bisogno per elaborare il glucosio e trasformarlo in energia.

Questo problema di rallentamento dell’elaborazione del glucosio è chiamato “ipometabolismo cerebrale del glucosio” ed è uno dei principali fattori di rischio per i disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson. Le diete a basso contenuto di carboidrati possono essere molto utili per abbassare i livelli di insulina nel sangue. E proteggere i nostri preziosi neuroni dai deficit energetici.

3. Ridurre l’infiammazione.

Le diete ad alto contenuto di zuccheri promuovono un’infiammazione eccessiva e non necessaria all’interno del cervello, innescando il rilascio di varie citochine infiammatorie, piccoli segnali di SOS che reclutano le cellule di pronto intervento sulla scena. Questo tipo di infiammazione è ben noto come causa principale della maggior parte delle malattie psichiatriche e neurologiche. È stato dimostrato che le diete a basso contenuto di carboidrati riducono i marcatori dell’infiammazione. Proteggendo i nostri preziosi neuroni dal surriscaldamento.

4. Aumentare le difese antiossidanti.

Le diete ad alto contenuto di zuccheri causano un danno ossidativo eccessivo e non necessario. Inondare le cellule di troppo glucosio in una volta sola, porta a una fuoriuscita di radicali liberi dell’ossigeno, che normalmente vengono eliminati dalle nostre molecole antiossidanti naturali interne (come il glutatione).

Lasciati liberi di agire, questi radicali liberi in eccesso terrorizzano le cellule, danneggiando proteine, lipidi, DNA e altri importanti componenti cellulari. Possono persino danneggiare la barriera emato-encefalica, consentendo l’ingresso ad ospiti sgraditi e rischiosi.

Le diete a basso contenuto di carboidrati aiutano naturalmente a migliorare la capacità antiossidante interna. Proteggendo i nostri preziosi neuroni dagli attacchi interni.

5. Energizzare i mitocondri.

Le diete ad alto contenuto di zuccheri danneggiano i mitocondri, gli organelli che generano energia all’interno delle cellule cerebrali. Essendo un organo altamente attivo dal punto di vista metabolico ed elettrico, il cervello è un divoratore di energia e richiede circa il 20% dell’energia corporea, nonostante rappresenti solo il 2% del peso totale dell’organismo. I mitocondri devono essere sempre in perfetta forma per fornire alle cellule un apporto costante di energia di alta qualità.

È stato dimostrato che le diete a basso contenuto di carboidrati, in particolare le diete chetogeniche, migliorano la salute e la vitalità dei mitocondri.

In questo modo, proteggiamo i nostri cari mitocondri dalle interruzioni di energia.

6. Stabilizzare gli ormoni dello stress e l’appetito.

I carboidrati raffinati, come lo zucchero, la farina, i succhi di frutta e i cereali lavorati, piazzano i nostri ormoni su un invisibile ottovolante interno. Ogni volta che la glicemia e l’insulina salgono a livelli innaturalmente alti, si abbassano in picchiata subito dopo, innescando il rilascio di ormoni dello stress, tra cui il cortisolo e l’adrenalina.

Gli sbalzi di adrenalina, che possono verificarsi da quattro a cinque ore dopo aver consumato troppi zuccheri, possono contribuire a generare sintomi di panico e “ipoglicemia”, come ansia, sudorazione, tremori, irritabilità, difficoltà di concentrazione e desiderio di carboidrati.

Le diete a basso contenuto di carboidrati aiutano ad attenuare gli alti e bassi di zucchero nel sangue che portano all’instabilità ormonale. Proteggendo i nostri preziosi neuroni dal caos ormonale.

7. Riequilibrare i neurotrasmettitori.

È un fatto poco noto che le diete ad alto contenuto di zuccheri possono alterare i livelli dei neurotrasmettitori in vari modi, tra cui gli effetti dirompenti sulla via della chinurenina (la chinurenina è un metabolita del triptofano).

La via della chinurenina contribuisce a regolare l’attività di serotonina, melatonina, dopamina, GABA e glutammato, tutti neurotrasmettitori importanti per i sintomi dei disturbi psichiatrici. Le diete troppo ricche di carboidrati raffinati favoriscono l’infiammazione e l’ossidazione (vedi sopra), che portano il cervello in modalità di emergenza.

La via della chinurenina risponde all’allarme sottraendo triptofano ai suoi compiti di sintesi della serotonina e della melatonina per contribuire a generare più glutammato. Di conseguenza, l’attività di serotonina, melatonina e GABA diminuisce, l’attività della dopamina aumenta e i livelli di glutammato possono salire fino a 100 volte i livelli di base.

Si può pensare al glutammato come al pedale dell’acceleratore del cervello: tenerlo premuto troppo a lungo e troppo spesso può causare la cosiddetta “eccito tossicità da glutammato”, che è molto dannosa per il cervello. È stato dimostrato che le diete chetogeniche regolano i livelli dei neurotrasmettitori e riducono la tossicità del glutammato. Proteggendo i nostri preziosi neuroni dall’eccesso di glutammato.

8. Aumentare i livelli di BDNF.

Le diete ad alto contenuto di zuccheri possono ridurre i livelli di un’importante molecola chiamata Brain-Derived Neurotrophic Factor. Il BDNF è un elemento chiave della neuroplasticità; in altre parole, il BDNF aiuta il cervello ad affrontare, rispondere e recuperare dallo stress. Livelli sani di BDNF contribuiscono alla resilienza, di cui tutti abbiamo bisogno, poiché lo stress è una parte normale della vita. È stato dimostrato che le diete a basso contenuto di carboidrati, in particolare le diete chetogeniche, aumentano i livelli di BDNF. Salvaguardiamo i nostri preziosi neuroni proteggendoli dallo stress con il BDNF.

CONCLUSIONI:

Una dieta a basso contenuto di carboidrati non è l’unica strategia nutrizionale che vale la pena di prendere in considerazione e sicuramente solo una delle strategie da intraprendere nel totale cambiamento verso uno stile di vita più sano.

In effetti, tutto è connesso: la nostra relazione con l’ambiente e le persone, in che modo reagiamo alle pressioni circostanti, come viviamo, se ci piace ciò che facciamo, se siamo soddisfatti del nostro stile di vita, se abbiamo subito dei traumi, se non riusciamo a sbloccarci e uscire da una situazione tossica stagnante. Tutto contribuisce a costruire il nostro personale quadro della situazione. E molte sono le azioni da poter intraprendere e i metodi da usare, per uscirne.


Dal prendersi gli spazi necessari in primis per guarire, a riconoscere i nostri effettivi bisogni. Al meditare, fare movimento ed esercizi di rilassamento. Dal fare le docce fredde, al praticare un’arte come il Chi Gong.

Ma dal punto di vista nutrizionale, l’unica strategia possibile, per far sì anche che tutto il resto funzioni alla grande, è un’alimentazione a basso contenuto di carboidrati e il più possibile ancestrale (una keto-paleo ad esempio)

La maggior parte delle persone può aver alimentato il proprio cervello in modo scorretto per tutta la vita e non ha idea di quanto potrebbe sentirsi meglio se mangiasse in modo diverso.

Una dieta a base di alimenti integri-naturali-freschi-genuini e a basso contenuto di carboidrati, è un’opzione sicura e salutare per la maggior parte delle persone, che può contribuire a migliorare il metabolismo cerebrale, i sintomi della salute mentale e la salute generale.

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Maria Teresa Ficchì

Naturopata, nutrizionista & Health Coach, fondatrice di Chetogenica Bioenergetica. Amo prendermi cura degli altri e aiutarli a stare bene con i metodi naturali, portandoli alla versione migliore di se stessi.
 

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