Intolleranze alimentari: esistono davvero? Come riconoscerle e come liberarsene.

Intolleranze alimentari: esistono davvero? Come riconoscerle e come liberarsene.

Avrai sentito parlare di intolleranza almeno un migliaio di volte, e conoscerai almeno uno, o più amici che ti hanno detto di essere intolleranti.

Ma hai veramente capito cosa significa essere intolleranti?

Nei miei anni di consulenze nelle erboristerie, ho eseguito numerosi test sulle intolleranze alimentari.

E ho potuto verificare come il corpo mandi dei segnali, che indicano un disagio nei confronti di un cibo, ed esprime questo disagio con il disturbo di un organo o apparato.

Ma questo non ha una immediata spiegazione nel semplice termine “intolleranza”, ovvero il nostro corpo non è nato intollerante a un cibo, piuttosto si può dire che negli anni si è sviluppato un danno infiammatorio nel “terreno” che ha fatto sì che non appena si introduce quel determinato cibo, il corpo reagisce con disagio.

Complice la scarsa varietà di alimenti che mettiamo sulle nostre tavole e una certa tendenza alla monotonia alimentare, utilizziamo più o meno sempre gli stessi alimenti.

Questo comportamento protratto per anni, anzi decenni, causa un sovra-stimolo organico che interessa direttamente la nostra mucosa intestinale, da cui si dipana tutta una serie di reticoli e comunicazioni con l’insieme degli altri apparati, attraverso la circolazione linfatica e sanguigna.

A ciò aggiungiamo che il modo in cui i cibi vengono preparati industrialmente, il modo in cui vengono coltivate verdura, frutta e cereali, in cui vengono allevati i capi di bestiame e i prodotti ittici, ha inquinato completamente la nostra tavola, ricoprendola di sostanze (e di sapori) totalmente innaturali, dannosi e che il nostro corpo non riconosce.

Oltretutto fa fatica a smaltire tutte le tossine derivate da questo tipo di alimentazione, e così noi diventiamo sempre più intolleranti, sensibili o allergici, a ciò che mangiamo, e il nostro corpo si indebolisce sempre di più.

INTOLLERANZA = INFIAMMAZIONE.

L’alimentazione raffinata e industriale di questi tempi moderni, ha peggiorato il quadro clinico di molte malattie, e predispone il nostro terreno a supplire costantemente sotto lo scacco costante dell’infiammazione.

Glutine, zuccheri, carni conservate e insaccati, pesticidi e ormoni in allevamenti intensivi, glifosato e radiazioni nella coltivazione di piante e cerali, sono stati negli anni i candidati ideali per fare aumentare il livello infiammatorio dell’uomo moderno, che ormai ha raggiunto una soglia allarmante.

Non è il cibo in sé ad aver creato intolleranza, quanto piuttosto il deterioramento della relazione dell’Uomo con alcuni tipi di alimenti, che si instaura dall’infanzia in poi e che crea infiammazione, sviluppando tutti i sintomi che ne derivano:

  • difficoltà digestiva
  • gonfiore
  • bruciore
  • dolore
  • stallo energetico.

MA VEDIAMO NELLO SPECIFICO DI COSA STIAMO PARLANDO, INDIVIDUANDO INNANZITUTTO I TRE GRADI DI INTOLLERANZE AL CIBO:

ALLERGIA 

Coinvolge il sistema immunitario ed è la risposta più immediata e severa, con sintomi acuti e che si esprimono in breve tempo: eruzioni cutanee, prurito, gonfiori, fino a shock anafilattico

INTOLLERANZA 

A differenza delle allergie non riguarda il sistema immunitario e si ha quando il corpo è incapace a digerire uno specifico alimento o ne è irritato. In genere in questo caso può esserci un deficit degli enzimi preposti a digerire e trasformare quello specifico alimento.

SENSIBILITÀ 

Simile all’intolleranza, è meno chiara e i sintomi sono difficilmente percettibili. Puoi soffrire di sensibilità ad un alimento partendo da una certa soglia, mentre piccole quantità di quell’alimento possono essere ingerite senza problemi.

E ADESSO ANDIAMO A VEDERE QUALI SONO I CIBI MAGGIORMENTE SOTTO ACCUSA COME CAUSA DI INTOLLERANZE.

LATTE E LATTICINI 

Nel caso dei latticini, il lattosio, una macro-molecola zuccherina del latte, è troppo pesante per essere scisso e trasformato dal nostro intestino. In effetti il latte è un alimento che le mucche danno ai loro vitelli fino a pochi mesi di vita, perché è un potente alimento per la loro crescita, dopo però persino i vitelli iniziano ad alimentarsi ad erba e non hanno più bisogno del latte.

Noi umani invece, ci ostiniamo a prendere il latte e i suoi derivati quotidianamente, anche se con l’età diminuisce sempre di più l’enzima lattasi, ovvero l’enzima in grado di scindere le macro-molecole di lattosio.

Questo rende la digestione di questo alimento problematica e difficile.

Inoltre la caseina, che non è altro chela proteina del latte e nei suoi derivati, è un altro elemento che rende il latte oggetto di intolleranze.  

Non dimentichiamoci che le mucche della maggior parte degli stabilimenti di allevamento intensivi, sono riempite di ormoni e antibiotici, vivono in condizioni pessime e sono nutrite con cereali e mais invece che con erba.

Il loro latte è pastorizzato e omogeneizzato e il grasso viene rimosso. Per sopperire a questo nutrimento così povero, nel latte vengono iniettate vitamine sintetiche, che intendono simulare ciò che la natura avrebbe già creato perfetto nella sua interezza.

Questo rende il latte un alimento totalmente lontano da ciò che si potrebbe definire alimentazione secondo natura.

In una dieta ad esclusione di formaggi e latticini, è comunque permesso il ghee, poiché non solo non contiene lattosio né caseina, ma è estremamente benefico per l’intestino.

CEREALI CON GLUTINE (frumento, grano, orzo, Kamut, segale) 

Il glutine è la proteina dei cereali come grano, segale e orzo ed è una delle sostanze a cui si è più comunemente intolleranti o sensibili. Ha il potere di incollarsi all’intestino, appiattire completamente i villi, e causare la sindrome dell’intestino irritabile o leaky gut.

Se si soffre di sensibilità al glutine, la cosa migliore da fare è cominciare con una dieta di eliminazione e cercare di sfiammare l’intestino.

CEREALI SENZA GLUTINE (riso, grano saraceno, mais

Le proteine dei cereali come riso e mais possono essere simili nella struttura al glutine e possono dare una reazione simile, questa è una teoria chiamata mimetismo molecolare.

Infatti è stato dimostrato recentemente come il mais causi nelle persone le stesse problematiche dei cereali con glutine. Questo perché, per quanto possa sembrare strano, il fatto che il mais sia sempre e sicuramente “senza glutine” non è ancora assodato.

In effetti, anche se il mais originario forse di glutine non ne conteneva, cosa possiamo dire del mais moderno, in un’epoca in cui la coltivazione di varietà transgeniche si fa sempre più spazio?

La contaminazione del mais originale con quello transgenico è un dato di fatto, sebbene si possa sperare che non sia ancora così massiccia nelle coltivazioni biologiche. In ogni caso, sebbene sia sicuramente una ulteriore cautela, acquistare mais di coltivazione biologica non è detto che sia una garanzia assoluta.

ALIMENTI FODMAP 

Questo nome indica quei cibi che hanno zuccheri che non vengono digeriti nell’intestino e possono essere eccessivamente fermentati dalla flora batterica (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides, and Polyols).

Questa fermentazione rilascia gas idrogeno che può portare a distensione dell’intestino, e causa sindrome da colon irritabile ad alcune persone, come dolore, gas, gonfiore, costipazione e diarrea.

Uno degli zuccheri FODMAP che è causa più comune di intolleranza è il fruttosio.

L’intolleranza al fruttosio si ha spesso nelle persone che hanno di frequente dolore di stomaco e gonfiore.

Per trattare questo tipo di intolleranza, bisogna procedere ad un’eliminazione degli alimenti fastidiosi per qualche mese, per poi reintrodurli pian piano, soprattutto quando si parla di frutta e verdura.

NOCI E SEMI OLEOSI 

Lefibre esterne dei semi oleosi, come i fitati, possono essere molto irritanti per l’intestino. Per cui è sempre opportuno ammollarli prima in acqua e limone o aceto di mele.

Inoltre, solitamente semi e noci venduti nei negozi sono pieni di oli di semi industriali come olio di semi di soia e olio di cartamo e contengono anche grassi idrogenati.

Se intolleranti, meglio quindi acquistarli interi, tostarli dopo averli ammollati e consumarli di rado.

POMODORI E SOLANACEE 

La famiglia di verdure a cui appartengono anche i pomodori, sono le solanacee. Un eccessivo consumo di pomodori può portare reazioni di intolleranza e infiammazione, come colite, calcoIi,cisti e problemi alle articolazioni.

I “cugini” dei pomodori sono peperoni, patate, melanzane, peperoncini, bacche di goji. Se si scopre di avere fastidi con questi alimenti, meglio eliminarli per un periodo di 30/60 giorni.

LEGUMI 

I legumi includono tutti i tipi di fagioli, lenticchie, arachidi, soia ed edamame.

Molti di questi sono alimenti consumati quotidianamente da quelle persone che intendono alimentarsi in maniera vegetariana, come sostituzione delle proteine animali.

Il problema è che le lectine e i fitati dei legumi per alcune persone possono essere difficili da digerire.

Sono comunque dei carboidrati, anche se contengono un discreto quantitativo di proteine.

E i carboidrati sono un cibo molto amato dalla flora batterica intestinale che per “lavorare” gli amidi dei legumi, produce molto gas.

Oltre a ciò le arachidi inoltre possono contenere aflatossine (tossine derivate da una muffa) mentre la soia contiene fitoestrogeni, che interferiscono con il sistema ormonale, e “raffredda” la digestione causando un eccesso di muco.

IL NOSTRO CORPO È COME UNA PENTOLA A PRESSIONE E L’INTOLLERANZA È L’ALLARME DI SICUREZZA 

La pentola a pressione è un attrezzo che va usato con cura ed attenzione, per evitare qualsiasi rischio. Il nostro organismo ha bisogno dello stesso tipo di attenzione.

Quando la pressione nella pentola sale, a causa del vapore prodotto, si attiva la valvola di sicurezza e la pentola fischia quando si è raggiunto il livello di pericolo.

Allo stesso modo, i sintomi clinici rappresentano per l’organismo una sorta di allarme, che dice che l’ infiammazione ha superato il livello di guardia e che bisogna prendere subito dei provvedimenti.

In altre parole, le difese sono sottoposte ad un continuo lavoro causato da focolai continui di guerra interna.

Questi focolai nascono nell’intestino e si propagano a tutti i sistemi del corpo attraverso il sangue e la linfa.

Il punto di partenza dei disturbi è quindi l’intestino, è lì che nasce e si sviluppa qualsiasi reazione di intolleranza a qualsiasi cosa che siano alimenti o agenti di contatto per la pelle o sostanze che respiri.

AGIRE SULL’INFIAMMAZIONE E NON SUL SINTOMO 

Per riequilibrare i disturbi legati all’intolleranza, dobbiamo agire immediatamente sul terreno e sull’infiammazione del terreno, invece di concentrarci solo sul sintomo, limitandosi ad eliminare l’alimento che da fastidio.

Questo non basta, bisogna curare il nostro terreno, e adesso ti spiego come fare.

I 6 PASSI FONDAMENTALI PER RISOLVERE LE INTOLLERANZE ALIMENTARI 

1. SPEGNERE IL FUOCO DELL’INFIAMMAZIONE

Sospendi temporaneamente tutti alimenti infiammanti.

Fai un vero e proprio detox profondo che prevede la sospensione di tutti gli alimenti dannosi e nocivi. In primis lo zucchero, il glutine, la caseina e il lattosio.

Per sfiammare completamente devi darti del tempo, almeno un mese, facendo un detox mirato, dopo di che si passa al passo successivo.

2. CURARE IL TERRENO

Mentre sei in Detox inizia a curare la disbiosi intestinale con prodotti mirati e probiotici efficaci.

Questi potranno agire in tutta sicurezza, in un intestino libero da alimenti infiammanti che nutrivano la flora batterica patogena e i lieviti.

Le infiammazioni così si leniscono, si rispristina la salute della mucosa intestinale e dei suoi abitanti, i nostri amici batteri buoni, lattobacilli e bifidobatteri.

3. ELIMINARE I PARASSITI INTESTINALI

Via i parassiti che si sono collocati nel tuo intestino come in un albergo a 5 stelle e non se ne vogliono andare.

Cacciali con decisione e metodo ( magari fatti seguire, a volte liberarsene può essere difficile e causare reazioni spiacevoli), usa uno o più prodotti in grado di ripulire l’intestino da lieviti, batteri patogeni e parassiti.

I parassiti sono invasivi e opportunisti, e sono quasi sempre presenti nei disturbi intestinali e reazioni strane del sistema immunitario.

4. LIBERARE QUOTIDIANAMENTE L’INTESTINO

Se tendi a bloccarti fai in modo di liberarti ogni giorno, i parassiti e le tossine hanno una sola via per uscire e liberare il campo: attraverso le feci. Fai in modo che vengano trasportate via quotidianamente e lascino campo libero ai probiotici per ricostituire le tue difese.

5. RIATTIVARE LA DIGESTIONE E LA CORRETTA ASSIMILAZIONE

Già mentre inizi il Detox, applica le regole per una corretta digestione, curando la masticazione e dando il giusto ordine all’introduzione dei cibi, ne parlo in questo articolo.

Un’ottima strategia per dare riparo all’intestino è fare il digiuno intermittente, quello di 14 o 16 ore è perfetto, perché puoi farlo di notte, anticipando la cena e posticipando la colazione.

6. REINTRODUZIONE CONTROLLATA DI CIO’ CHE HAI ELIMINATO

Una volta effettuato il Detox e placati i sintomi infiammatori, puoi testare i singoli alimenti eliminati per verificare quali sono amici e quali invece ancora da evitare.

Devi farlo introducendo un alimento alla volta per 3 giorni consecutivi e valutando le reazioni fisiche, mentali ed emotive.

ADESSO CHE HAI SISTEMATO IL TUO TERRENO, LO HAI LIBERATO DALLE ERBACCE E LO HAI NUTRITO, PUOI GETTARE I SEMI PER UNA NUOVA VITA 

Con un intestino libero e felice, un corpo sfiammato e la consapevolezza di ciò che ti fa bene e di ciò che ti nuoce, puoi riprenderti la tua libertà.

Finalmente cosciente di ciò che ti puoi concedere, e di ciò che ha causato i disturbi, puoi decidere se consumare alcuni alimenti conscendendoteli saltuariamente, oppure standone lontano ancora per un po’.

Il tuo sistema ora può dirsi sfiammato e lo sarà sempre di più se manterrai le sane abitudini che hai acquisito.

Se tu porti avanti un tipo di alimentazione sana, adatta a te e alla tua situazione, entro sei mesi, massimo un anno, vedrai scomparire le tue intolleranze e i disturbi ad essa collegati.

Pian piano reintrodurrai alcuni alimenti con metodo, e questi non ti daranno più fastidio.

Resta basilare una cura costante del terreno, una sorta di monitoraggio continuo della situazione, cosa che dovremmo fare tutti, in un’epoca così confusa dal punto di vista alimentare.

Questo è ciò che porto avanti con convinzione e insegno nel mio metodo, un approccio olistico ai disturbi legati ad un’errata alimentazione e a uno stile di vita errato, che sfociano nei più comuni disturbi:

  • Problemi digestivi
  • Gonfiore
  • Metabolismo rallentato
  • Aumento di peso
  • Problemi di pelle
  • Problemi articolari
  • Stanchezza
  • Sbalzi d’umore
  • Depressione

E molto altro.

Prodotti che possono aiutare il benessere del tuo intestino: 

GHEE per assumere i grassi buoni che fanno bene all’intestino

GAROFANO NOCE ASSENZIO per eliminare i parassiti

VACCINIUM VITIS per aiutare l’intestino a calmarsi

PROBIOTICI per ripristinare la flora batterica intestinale

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Maria Teresa Ficchì

Naturopata, nutrizionista & Health Coach, fondatrice di Chetogenica Bioenergetica. Amo prendermi cura degli altri e aiutarli a stare bene con i metodi naturali, portandoli alla versione migliore di se stessi.
 

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