Piccola guida per un microbiota felice

Piccola guida per avere un microbiota felice.

Giorni fa stavo proprio stavo pensando alla flora batterica, a quanto sia importante nel nostro intero sistema, a quanto sia fondamentale per il nostro stato d’animo averla in buono stato, e ho capito un concetto semplice ma importante, e cioè che prendersene cura è davvero la chiave per curare un’infinità di problemi,  e per avere un microbiota felice.

La nostra centralina, il laboratorio dove ogni millesimo di secondo si sviluppano forme di vita essenziali per la maggior parte dei processi vitali, è spesso considerata di poco conto, in fondo sta lì, a volte non ci piace, e ce ne occupiamo solo quando ci fa sentire male, quando è in disordine.
E’ connesso al cervello dal nervo vago, attraverso cui scambia sensazioni, stimoli, emozioni.

Disturbi quali: gonfiore addominale, sindrome dell’intestino irritabile, diarrea o costipazione, ma anche depressione, indicano uno stato alterato della nostra flora batterica che possiamo definire “in disbiosi,” mentre lo stato di equilibrio viene definito eubiosi.

Qui portiamo il nostro intestino quando lo conduciamo in uno stato di simbiosi, cioè in un corretto rapporto tra la flora batterica simbiotica e un individuo ospite (ad esempio i ceppi batterici derivati dai probiotici).

Uno stato di disbiosi puo’ essere correlato a malattie non solo del tratto digerente, ma anche, solo per citarne alcune, ad obesita’, diabete, dermatite, patologie cardiovascolari, fino ad Alzheimer, Pakinson, malattie sistemiche.

Per capire di piu’ bisogna fare un passo indietro e parlare del microbiota e del microbioma, che a prima vista possono sembrare la stessa cosa ma non lo sono, i due concetti sono in realtà molto diversi.

Il microbiota e’ l’insieme di microrganismi (batteri, virus, funghi) che colonizzano un determinato ambiente, ad esempio l’intestino..

Il termine microbioma indica la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota, cioè i geni che quest’ultimo è in grado di esprimere.

Quindi il microbiota non è altro che la numerosa comunità di batteri che vive nel nostro intestino.

Una popolazione numerosa

Non molti sanno che le cellule batteriche sono molto più numerose delle nostre e che la maggior parte si trova proprio lì, nell’intestino. I geni batterici li sono il 99% del totale!

La maggior parte dei batteri non causa malattie, anzi.. se il nostro intestino vive in simbiosi e sviluppa e fa crescere batteri buoni, noi abbiamo il benessere assicurato.

Questo perchè i microbi o batteri che vivono in ambiente sano, digeriscono il cibo per generare nutrienti per le nostre cellule, sintetizzano vitamine, metabolizzano farmaci e detossificano le molecole cancerogene, stimolando il rinnovo delle cellule intestinali e attivano e supportano il nostro sistema immunitario.

Quanto è importante il nostro intestino?

Iniziamo a ricevere batteri durante il parto, essi arrivano piano piano nella nostra pancia e aumentano lentamente durante allattamento e svezzamento.

Se da piccoli abbiamo leccato qua e là tutto quello che ci passava nelle mani, abbiamo contribuito ad aumentare la nostra flora batterica e dato un bel sostegno al formarsi del nostro sistema immunitario, creando cosi un bell’equilibrio tra batteri buoni e batteri cattivi.

Non dobbiamo aver paura dei batteri, soprattutto se pensiamo al nostro microbiota, con il quale creiamo invece un rapporto di reciproco aiuto, ovvero creiamo la simbiosi:

noi gli diamo un luogo caldo e sicuro dove proliferare, attraverso una giusta alimentazione, e lui ci ricompensa regolando il nostro sistema immunitario e insegnandogli a modulare la risposta immunitaria a seconda dei casi.. Se ad esempio siamo attaccati da un “batterio nemico” solitario, il microbiota reagisce con una risposta leggera, se invece ad attaccarci è un esercito di funghi cattivi, lui scatena l’artiglieria pesante.

Inoltre lui regola il nostro metabolismo, e produce per noi vitamine importanti quali quelle del gruppo B e la vitamina K.

Emozioni e malesseri

E’ molto importante avere cura della propria flora intestinale, poichè i batteri in essa contenuti possono influenzare la nostra percezione del mondo e provocare stati di variazione del comportamento anche in maniera importante.

Ebbene sì, è cosi. L’ecosistema laggiù influenza i nostri livelli di serotonina, potentissimo neurotrasmettitore.

Quindi quando il nostro intestino è in ordine, c’è simbiosi, noi siamo felici, leggeri, lucidi e di buon umore. In poche parole se abbiamo un microbioma felice, noi siamo più felici.

Quando un batterio o fungo cattivo la fa da padrona, come ad esempio il fungo della candida, avvertiamo immediatamente uno stato di malessere, che si traduce anche in alterazioni del comportamento. Ecco che quindi il nostro intestino va in disbiosi.

La disbiosi è un disordine, è quella situazione in cui i batteri cattivi l’hanno fatta da padrona, a causa di vari fattori: stress, uso di antibiotici, alimentazione sregolata, alcol e cibi industriali, insomma le malattie del benessere.

A questo punto i cattivi hanno colonizzato il nostro intestino, hanno mandato il tilt il microbiota, non vengono prodotte più vitamine, nè acidi grassi, non avviene detossinazione e si formano addirittura cellule potenzialmente cancerogene.

Che fare?

Innanzitutto iniziare ad eliminare tutti i fattori favorevoli alla malattia, come ad esempio un’alimentazione quasi totalmente costituita da cibi raffinati, farina bianca, zucchero, additivi e conservanti.

1 – Cercare di trovare un equilibrio anche nella quantità di cibo assunta

Questo non deve essere né in eccesso né in difetto.

Un eccesso alimentare è quasi la regola oggigiorno, ma anche un’alimentazione povera, addirittura una malnutrizione mette il nostro intestino estremamente a rischio. I batteri necessitano di cibo e un’alimentazione povera riduce la popolazione dei batteri amici.

Il consumo di alcol e droghe, cosi come tabacco e inquinamento sono fattori che riducono drasticamente la popolazione amica nel nostro intestino, così come le medicine e gli antinfiammatori o la pillola concezionale influiscono negativamente sul corretto sviluppo del nostro microbiota.

2 – Ridurre o evitare se possibile i fattori di stress

Lo stress manda il nostro intestino in tilt, il sistema digerente chiude i battenti, non trasforma il cibo e il cibo mal digerito arriva all’intestino senza essere adeguatamente lavorato. I batteri buoni non lo riconoscono come qualcosa da poter utilizzare e lo attaccano. Quel cibo non è servito proprio a niente, anzi è diventato il nostro veleno.

Per questo si chiede almeno a tavola di evitare situazioni che possano alterare la qualità del pasto che poi influenzerà a sua volta tutto il nostro organismo.

3 – Ultimo ma non meno importante: masticare bene

E questo si collega alla qualità del nostro pasto.  Mangiamo sano e mastichiamolo a lungo.

Attraverso gli enzimi della saliva il cibo giunge nel tratto digerente già predigerito. Ne consegue che l’organismo verrà molto facilitato nella trasformazione dei nutrienti, che diventeranno carburante buono per la macchina perfetta che abitiamo, e i batteri del nostro microbiota se ne nutriranno per poter produrre vitamine necessarie alla nostra vita.

Cosa succede quando siamo in disordine

Un intestino alterato, quindi in disbiosi, si presenta con sintomi a volte riconoscibili, a volte no:

  • Scarsa risposta nutrizionale (malassorbimento intolleranze alimentari)
  • Invecchiamento precoce
  • Scarsa risposta immunitaria
  • Una gran voglia di dolci
  • Predisposizione alle infiammazioni
  • Stitichezza o diarrea, o entrambe
  • Gonfiore addominale
  • Stanchezza eccessiva
  • Disturbi del sonno
  • Artrite reumatoide
  • Infezioni del tratto urinario
  • Acne, problemi di pelle
  • Scarsa concentrazione o memoria
  • Tristezza, ansia, depressione, disturbi dell’umore
  • Prurito o sfoghi sulla pelle
  • Candida intestinale e vaginale
  • Malattie autoimmuni e cardiovascolari

Per riequilibrare questa flora batterica cosi provata bisogna:

Nutrire il microbiota nuovamente, con prodotti naturali, fibre, prebiotici, bisogna insomma “riconcimare il terreno”.

nutrirsi con i grassi sani che leniscono la mucosa, ripriistinano il suo delicato equilibrio, la riforniscono insieme alle proteine, di sostanze necessarie, come gli acidi grassi essenziali e il GABA, aiutano la crescita di batteri simbionti e risolvono molti problemi legati a stitichezza e disbiosi.

Consumare verdure meglio cotte, poiché sono di più facile assimilazione, inoltre evitano problemi di fermentazione e produzione di composti alcolici, e le fibre sono di più facile e veloce scissione da parte dei batteri.

Cereali e legumi vanno consumati con moderazione, integrali e naturali, i legumi vanno consumati in piccole quantità per volta per evitare la formazioni di fitati o acido fitico (che limiterebbe l’assimilazione dei nutrienti e causerebbe produzione di gas).

Sia i legumi sia i cereali vanno accompagnati da verdure cotte, oppure cereali con legumi per la presenza di lisina e triptofano in questi ultimi che si combina alla perfezione con la metionina dei cereali rendendo l’insieme altamente digeribile.

Bisogna evitare il formarsi di colle intestinali dovute al consumo di farine bianche in ogni forma, l’uso di alcol e tabacco.

Sono veramente rari i casi in cui c’e bisogno di un antibiotico, per cui cercare di evitarli il più possibile sarà un gran regalo per il nostro microbiota.

Utilizzare rimedi naturali, omeopatici o colloidali come:

  • l’estratto di semi di pompelmo,
  • l’aglio,
  • l’argento colloidale.

Diviene poi fondamentale ripopolare la flora batterica con i probiotici e i prebiotici come supporto.

Probiotici e prebiotici

I prebiotici sono sostanze organiche non digeribili, capaci di stimolare selettivamente la crescita e l’attività dei batteri presenti nel colon.

Essi favoriscono la crescita e l’attività di specie batteriche importanti come il Bifidobacterium e il Lactobacteri e rappresentano un interessante aiuto in caso di sindromi metaboliche, allergie e obesità.

I prebiotici sono un substrato nutritivo fermentabile per la microflora intestinale, cioè un tappeto dove i batteri possono prolificare, dove selettivamente possono crescere.

Così facendo si moltiplica la flora detta simbionte (composta da bifidobatteri e lattobacilli).

I prebiotici più conosciuti sono gli oligosaccaridi e in particolare l’inulina, la cui idrolisi enzimatica produce i frutto-oligosaccaridi (FOS).

L’Aloe

In natura gli oligosaccaridi si trovano in numerose piante edibili come cicoria, carciofo, cipolla, porri, aglio, asparagi, banane, avena.

Una pianta estremamente ricca di prebiotici è l’aloe vera.

Oltre ai suoi contenuti caratterizzati da aminoacidi essenziali, sali minerali quali potassio, magnesio, manganese, cromo, zinco, rame, ferro, sodio e di vitamine ed enzimi, contengono l’acemannano un polisaccaride che svolge una sostanziale funzione protettiva e lenitiva del tratto intestinale.

L’aloe ha una funzione prebiotica primaria. Aumenta tantissimo la capacità di colonizzazione dell’intestino da parte dei probiotici. L’efficacia dell’uso di aloe consente di poter evitare di prendere grandi quantitativi di probiotici per ricolonizzare l’intestino.

I probiotici (pro- bios= pro-vita) sono batteri fisiologici, quindi contengono solo microrganismi naturalmente presenti all’interno dell’intestino, in grado così di raggiungerlo e colonizzarlo.

Colonizzandolo, essi si liberano della flora nemica e dei suoi metaboliti tossici, rispristinando la salute della mucosa intestinale e la corretta permeabilità delle pareti dell’intestino, con conseguenze positive su tutto l’organismo.

I probiotici dunque, nutrendosi dei prebiotici, possono proliferare e crescere e diventare il nuovo esercito del microbiota che si occuperà di tenerci in salute ed esercitare tutte le attività necessarie alla simbiosi.

intestino e grassi sani

Cervello felice = microbiota felice e sano

Infine per far sì che il nostro primo cervello, l’intestino, non si contragga in spasmi, non diventi facile bersaglio dell’attacco dei batteri cattivi, bisogna seriamente ridurre i fattori che ci causano stress.

Sembra banale ma non lo è affatto, una volta che noi ci siamo occupati di lui dal punto di vista fisiologico, dobbiamo lavorare anche su un piano più sottile.

Le emozioni di pancia sono quelle più vere, per cui possiamo non ascoltare la nostra pancia?

Se non siamo noi a prenderci cura della nostra salute, chi può farlo al posto nostro?

Essenziale…

Circondarsi di persone che ci fanno stare bene

Ritagliarsi spazi in cui è possibile coltivare le proprie passioni e dedicarsi del tempo.

Coltivare gli affetti, amare e sentirsi amati

Dedicare il giusto tempo alla convivialità del pasto

Muoversi, passeggiare, danzare, ritornare bambini.

Perchè non c’è niente di più bello per la nostra pancia del sentirsi viva, e ogni emozione positiva che vivremo si tradurrà in una nuova cellula sana, un nuovo biofotone entrerà a far parte del nostro sistema, e la nostra energia salirà.  Provare per credere.

Ti è piaciuto l'articolo? Condividilo!

Picture of Maria Teresa Ficchì

Maria Teresa Ficchì

Naturopata, nutrizionista & Health Coach, fondatrice di Chetogenica Bioenergetica. Amo prendermi cura degli altri e aiutarli a stare bene con i metodi naturali, portandoli alla versione migliore di se stessi.
 

Accedi SUBITO al Canale Telegram e chatta con me!

Inserisci i tuoi dati e ottieni l’accesso immediato.